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Correva l’anno 2016, oramai eravamo soli, i suoni e i pensieri bombardavano la mia mente, tentavo inutilmente di riassumere la mia vita in quei pochi secondi che mi separavano da un interrogativo grande come la mia stessa esistenza, come un tuffo dalla scogliera.

Si! Come un tuffo dalla scogliera, un balzo un attimo di preghiera mentre cadi nel vuoto e poi la coscienza di essere vivo e sentirsi immortali! 

E ora? Si ripete il tuffo! Un balzo verso l’alto e poi una preghiera, sperando che possa assaporare la gioia dell’immortalità una volta che sarò su tra le stelle.

La missione era chiara e allo stesso tempo un incognita terrorizzante …. La nostra destinazione Il buco nero M87, o meglio il buco nero al centro della galassia ellittica gigante M87 (la più grande galassia dell'universo "vicino", a 50 milioni di anni luce da noi, nel centro dell'Ammasso della Vergine che contiene migliaia di galassie) è un buco nero supermassiccio che si è probabilmente formato a seguito della fusione di diversi buchi neri…. E noi stavamo andando proprio li nel più grande” buco di culo dell’inferno”  per portare un equipaggio di scienziati provenienti da diversi continenti a studiare da vicino questo fenomeno nero. A guidare questo autobus delle stelle avevano scelto proprio me “Mark Natter” per i miei trascorsi nella RAF a pilotare tutto ciò che aveva motore e si dirigesse verso le stelle.

Dopo aver percorso 50LY in modalità automatica mentre l’intero equipaggio dormiva in un sonno innaturale nelle proprie celle criogeniche, il computer di bordo allertato della ormai vicinanza  a M87 iniziò la procedura di risveglio per i piloti e il personale di comando per poter effettuare le prime manovre manuali di avvicinamento.

Purtroppo anche il Dio della sfortuna si sveglio proprio in quel momento, il computer di bordo ci aveva svegliati con un errore di 9000LS troppo vicini a M87, il “bastardo” ci stava chiamando sempre più da vicino….troppo vicino, tutto inutile! Tutto ciò che tentavamo di fare era Inutile! Eravamo una barchetta di carta attirata dal mulinello del cesso più grande dell’universo ….. che brutta fine!

Questa volta il tuffo non si sarebbe concluso bene ….furono attimi di concitazione, rumore, terrore e alla fine ci arrendemmo insieme alla nostra nave la “PHOENIX MKII” il buio ci inghiotti e il calore ci consumò il fiato in gola. Nella disperata e insensata natura di sopravvivenza che ci contraddistingue nell’universo conosciuto, io e pochi altri ( l’equipaggio scientifico dormiva ancora, sarebbe passato dalla vita alla morte senza neanche accorgersene) ci infilammo le tute spaziali sperando in chissà cosa, forse in un miracolo ….e poi il niente…… il niente!

Nacqui una seconda volta quando il CMDR Sawyer ( il nome lo scoprii molto più avanti)  mi stacco il casco dalla tuta e mi prestò i primi soccorsi, chiedevo disperatamente cosa era successo ma nessuno volle rispondermi…. PERCHE!!! PERCHE!!! Nessuno mi rispondeva!

Dove erano i miei compagni cosa era stato della “PHOENIX MKII”  e chi erano quegli uomini con equipaggiamenti così diversi dal mio, forse una squadra speciale di soccorso inviata in nostro aiuto? No non era possibile, non era possibile, ma allora chi erano?

Non mi parlavano e tra loro usavano una lingua famigliare ma per me incomprensibile, sembrava ma non lo era, Russo! 

Solo poi scopri il mio esilio……

Ero stato vomitato nel 3300 ….da quel maledetto buco nero io e una manciata di sfortunati come me!

Superato lo shock,  dopo due anni di terapie e aiuto mi ripresi completamente, ora presto le mie funzioni di pilota alla DaVinci Corp. la mia nuova famiglia, ma ciò che è successo non lo potrò mai dimenticare, mi ha segnato per sempre, un reietto dell’universo fuori dal suo spazio e dal suo tempo!